Descrizione
La piastrella STILER® è tirata, tagliata e rifinita interamente a mano dagli artigiani ceramisti, che lavorano la terra per la prima cottura a 980°C, smaltata in seconda cottura a 945°C e completata in terza cottura a 700°C, quando l’immagine dell’opera d’arte è fissata sulla superficie in maiolica in modo indelebile e stabile nel tempo. La sua lavorazione la rende utilizzabile anche per installazioni permanenti a muro (o a pavimento), sia in interno, sia in esterno. Il marchio STILER® è impresso nella terra a crudo prima della prima cottura.
Ogni piastrella è accompagnata da un Certificato di Autenticità e Garanzia su cui è riprodotta l’opera e inseriti i dati di tiratura, il titolo dell’opera, il nome dell’artista autore e la sue firma riprodotta. Sul certificato è apposto un adesivo DOVID tamper evident con il logo STILER®. L’adesivo olografico autodistruggente garantisce l’autenticità del prodotto.
L’ARTISTA:
SILVIA ARGIOLAS
Silvia Argiolas nasce a Cagliari nel 1977. Vive e lavora a Milano.
“Il mio lavoro nasce da una trasformazione introspettiva di quello che capita nella mia esistenza. Parte dalle persone che mi vivono vicino, dagli spazi, dagli odori e dai fatti di cronaca con i quali vengo a contatto. Anche il cinema ha un ruolo importante. Amo gli autori che parlano del disagio giovanile, come Roberto Rossellini, Todd Solondz e Larry Clark. Il cinema ti aiuta a confrontarti con altri mondi, a provare empatia. Il mio lavoro non è mediato da bozzetti o disegni preparatori perché preferisco intervenire direttamente sulla carta o sulla tela, assecondando le sensazioni che provo in quel momento. Molti dei personaggi che affollano le mie tele, anche contemporaneamente, assomigliano vagamente alla mia persona, rubandomi l’identità. Questo mi permette di essere parte integrante della narrazione e il dipingere diventa per me una sorta di psicanalisi. Un altro particolare importante sono le tematiche, da una parte intime e personali ma anche sociologiche, con una valenza soggettiva. Mi pongo di continuo domande sui comportamenti umani, che però tratto con curiosità senza alcun giudizio, perché non voglio essere io a delineare i “buoni” e i ”cattivi”. Compito che al limite lascio allo spettatore. Anche i miei paesaggi sono molto interiorizzati, con colori sempre molto forti e acidi, ideali per definire luoghi dove avvengono catarsi, esorcismi e momenti rigeneratori. I titoli delle mie opere, infine, hanno un ruolo importante, aggiungendo degli aspetti che appaiono fondamentali per la visione stessa dell’opera, completandola”.
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